mercoledì 8 maggio 2013

Ve ce manno tutti!


Per la serie: "vi mando tutti a quel paese".
Ieri, a lezione, siccome trovavo abbastanza noioso il tutto, ho completato una storia che stavo scrivendo, mettendomi anche bellamente a fare altro, come vedere gli ordini dei libri che dovrei ricevere ecc ecc.
Era, detto francamente, una giornata abbastanza tranquilla, e dal punto di vista della mia passione molto prolifico, se non che il mio poco autocontrollo è stato irrimediabilmente alterato.
Da cosa? Da quella che si chiama maleducazione. Non posso definirla in altri modi.
La mia classe, quella del III anno di medicina, nel pomeriggio, viene usata dai ragazzi delle professioni sanitarie che, di mattina, hanno tirocinio e poi lezione, dopo che finiamo noi.
Ora, la cosa è semplice: se i miei colleghi e io siamo ancora in classe, mi spiegate perché dovete colpire con forza la porta come se volete usare un ariete su un bastione, se la nostra docente ancora non ultima di spiegare?
Ella, poi, spazientita dal vostro comportamento si sia girata veramente di coglioni e abbia smesso di punto in bianco di spiegare e voi siete entrati come una mandria di bufali, o di bisonti in carica, senza che noi fossimo usciti dall'aula. Mi ero arrabbiata per quella poverina che non ha finito di spiegare l'argomento, giuro e dal pessimo comportamento di voi, poveri inetti incivili, sappiate quanto vi tenga in stima.
Avete creato intralcio, non riuscivamo a uscire per lasciarvi il "campo libero" (che reclamate come se fosse una vostra proprietà) e poi... l'apoteosi di tutto.
Una ragazza, non appena tolgo la borsa (perché l'ho fatto apposta a riporre tutto con calma) mi dice, in dialetto grezzo e rozzo: "finalmente, e che cazzo!".
Da qui, infuriata come non so cosa, scattai in un poco fine: "in bocca a tua madre".
Quando mi ci metto sono una scaricatrice di porto allucinante e, se non fosse stato per la mia amica, che ha fermato la mia azione sul nascere, l'avrei picchiata a quella tavola da surf coi capelli ossigenati!
Non riesco a credere che tra i giovani alberghi il più alto grado di inciviltà e poi, poi... questi tizi qui (di infermierisitica) sono i primi a mettere le mani su quei poveri sventurati di pazienti che avranno la sfortuna di incontrare proprio loro.
Non dimenticherò mai quella povera vecchina che chiese a me di farle l'iniezione perché aveva il sedere nero e tumefatto per colpa di una studentessa di infermieristica che aveva il tempo per farsi la ricostruzione (le unghie vanno tenute corte e senza smalto, signori miei!), ma non di capire come far star meglio una poverina.
Odio i luoghi comuni, ma se i discorsi più intelligenti che fate sono: "ieri mi sono ubriacato di brutto", "tanto ho copiato all'esame", "guarda che tette ha quella", oppure "ho comprato una borsa e preferirei essere stuprata che non che me la rubino", allora è vero che quelli che studiano per le professioni sanitarie, a Foggia, sono una massa di teste di cazzo!
Ora non dico che nel mio corso di studi non ce ne siano, ma qualcuno ancora si salva.
Tra voi, manco uno.




Credit immagine: Livin la vida Loki



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