sabato 5 ottobre 2013

Recensione: Lady Susan, parte uno. Premessa.

Per me è abbastanza strano scrivere una recensione su un'opera di un'autrice che non ho mai sopportato, anzi.
Lo dico però, con cognizione di causa, perché ho letto tutti i suoi testi, anche in lingua, e quindi ho potuto conoscere bene lo stile della Austen, l'ambientazione dei suoi scritti, i suoi personaggi e così via.
Il suo primo libro che lessi – avevo quindici anni – fu “Ragione e Sentimento”, seguito da “Orgoglio e Pregiudizio”. Li lessi prima che li studiai in letteratura inglese, anche se nel mio caso, non ho imparato granché a scuola, ma studiavo a casa da sola, per cultura personale.
Non mi piacquero per nulla e quindi sarebbe logico (forse) chiedersi perché io abbia continuato a leggere Jane Austen.
La risposta è semplice. Il mentore di tutta una vita – nonché la persona da me più amata – mio nonno, mi ha sempre insegnato che non posso giudicare una cosa se non la conosco. E non devo fermarmi al primo ostacolo che incontro, sia essa una difficoltà riguardante a cose e persone, perché così sarei rimasta ancorata a quelli che Kant chiamava giudizi sintetici a priori, in quanto, sebbene mi fossi addentrata nell'argomento, non ho approfondito il tutto.
Iniziando con la dovuta premessa de gustibus non disputandum est (giusto per citare Cicerone, che mi sa ha fatto la sua fortuna postuma solo con questa frase molto usata), voglio solo citare in un elenco quali sono le donne di libri e romanzi che adoro, e che corrispondono molto, molto bene all'ideale di donna forte, determinata, volitiva e in gamba che piace a me.
Per chi mi conosce bene, mi si potrebbe dire una frase del tipo "queste ragazze hanno dei tratti del carattere in comune con te" e io dirò semplicemente: sì, è così.
Non sono un'egocentrica montata di testa, ma semplicemente una ragazza che sa che, nel caso ne incontrasse una, si innamorerebbe di una esattamente uguale o simile a se stessa, in virtù del fatto che ci sarebbe comunque confronto e arricchimento morale e non solo.
Bigotti e moralisti si astengano dal fare commenti poco carini, perché poi non rispondo delle mie parole, eh.
E dunque, ecco le mie donne letterarie preferite:



Queste sono rispettivamente Ellen, Aliena e Caris, create da Ken Follett e che figurano in "I pilastri della terra" (le prime due) e "Mondo senza fine" (Caris).
Aggiungo poi lei, Lisbeth Salander, co-protagonista della trilogia Millennium di Stieg Larsson:




Passo subito a dirvi perché adoro queste donne, non senza far riferimento al contesto storico in cui esse vivono e agiscono.
Dire che amo Ken Follett è poco, sebbene il suo primo romanzo che lessi, "La cruna dell'ago", mi fece non poco ribrezzo, ma lo rivalutai subito, però queste donne che vivono nel medioevo (Caris duecento anni dopo Ellen e Aliena), nella cittadina fittizia di Kingsbridge, sanno il fatto loro e mi piacciono molto.

Ellen è una donna forte, determinata, che ha allevato da sola il suo unico figlio, Jack, dandogli un'educazione non indifferente per quell'epoca. Parla più lingue, sa fare lavori maschili, ed è una donna indipendente che ha il suo credo personale e non ama i dogmi della Chiesa che vede come un ostacolo per la pienezza della vita dell'uomo, e per questo viene tacciata anche di stregoneria oltre che di eresia.
Si è innamorata di due soli uomini, il padre di Jack e di Tom il costruttore e con quest'ultimo non è che per amore si sia sottomessa a lui. Ha chiesto e preteso un rapporto paritario e non di sudditanza (come fa anche Caris) con lui, anche a livello fisico e sessuale, proprio perché lei è uno spirito libero e come tale vuole vivere, anche se ha un grande cuore per chi ama e non esita a diventare aggressiva come un lupo per difendere i suoi cari.
Quanto mi somiglia da uno a dieci: punteggio pieno.

Aliena è una donna che per via delle sue vicissitudini da contessina viziata impara a rinascere dalle sue ceneri, più volte; ha visto la miseria, ha subito violenza, ma non per questo si è piegata al destino triste che le stava capitando, al contrario, si è rialzata e alla fine Jack, il figlio di Ellen, è riuscito a far breccia nel suo cuore talmente indurito che pensava che non si sarebbe mai innamorata e non sarebbe mai stata felice.
Quanto mi somiglia da uno a dieci: otto e mezzo, ma non dico il perché in caso non abbiate letto il libro, non amo fare spoiler.

Caris odia il fatto che le donne non possono studiare Medicina (e già da qui ha la mia simpatia), è piena di inventiva e ha la capacità di saper osservare bene le persone, inquadrandole, ma non per questo ha i paraocchi. Anche se inglese, in lei vive proprio quella libertà culturale e la fierezza del Rinascimento italiano.
Come Ellen, pur amando, non desidera essere una schiava dell'uomo che ama, e, per i suoi principi morali si scontra spesso e volentieri con il suo Merthin.
Diventa suora per necessità e da lì vede che può fare qualcosa per la sua città, diventando, anche senza titolo, un medico a tutti gli effetti.
Quanto mi somiglia da uno a dieci: idem Aliena, ma non spoilero nulla anche qui.

Passando al compianto Stieg Larsson, ha creato un personaggio a mio dire degno di nota, fuori dagli schemi, e per questo assolutamente affascinante.

Lisbeth è un'hacker professionista, è bisessuale e ha avuto un'infanzia difficilissima, ma non per questo si è demoralizzata, e anche se ha perso la capacità di agire, non vuol dire che ella non sappia cosa dire e cosa fare. Ha un particolare intuito al punto da rasentare la genialità (si pensa nei romanzi che abbia la sindrome di Asperger, ma lo scrittore non è vissuto abbastanza per scrivere tutti i libri che pensava di creare per la saga) e ama la matematica. Prova sentimenti contrastanti verso se stessa e verso chi ama, ma è un'accesa sostenitrice dei diritti delle donne e a modo suo è una paladina di tutte le donne maltrattate e altro ancora.
Quanto mi somiglia da uno a dieci: otto, questo perché, fortunatamente, non ho vissuto ciò che ha patito lei.

Questo è un quadro generale delle mie "eroine", spero di essere all'altezza domattina di parlare di Lady Susan con lo stesso entusiasmo di come ho parlato di loro!

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